Un mondo di libri:
divani in viaggio
La banda del tabacco
Capo secondo
Nel frattempo il Leonardo era tornato a casa, stanco e demoralizzato. La Mariuccia spaventata dalla faccia smorta del marito si apprestò ad ascoltare le motivazioni.
“Sa l’è suces, Leonardo? Ѐ il cuore?”
“Ma che cuore, Mariuccia, sto benone ma la maestra, quella maestra lì delle suore, la Rosetta ma par, mi è venuta addosso con la bici questa mattina. Bella che andata, l’è da sbatter via.”
La Mariuccia battendosi tre volte sul petto, come cercando di espiare un mea culpa, si accasciò sul divano.
“Ah, la bicicletta, ades te ghe da andà a pè. E quella Rosetta lì a me non è mai andata giù, la conosco di vista, nè, buongiorno e buonasera. Ma se non fosse che lavora dalle suore, le avrei tolto il saluto. Sperem che la paga i danni, per intanto te uset il cavallo di San Francesco.”
Il Leonardo si sentì sollevato, tutto sommato la Mariuccia non l’aveva presa male, e poi poteva sempre utilizzare il sellino come porta sigarette, dato che era rimasto in buono stato dopo la collisione. Intanto la Mariuccia si apprestava a portare avanti la sua vendetta verso la Rosetta, l’avrebbe screditata a male parole con tutti i suoi conoscenti. Prima tappa l’Andreina.
Ore 13. 30. Dopo pranzo l’Andreina si stava godendo un po’ di riposo sul divano guardando il telegiornale, quando suonò il campanello. La Mariuccia, puntuale come sempre. Quando l’Andreina aprì la porta se la ritrovò davanti più concitata del solito, un’ espressione contrita.
“Ciao Mariuccia, sta ben no il Leonardo?”
“Te, lasa sta. Sta bene per fortuna ma propri per fortuna. Sta mattina quella maestra lì delle suore, la Rosetta, ca le minga la maestra di tua nipote? Che a mi la ma va giò no, l’ho sempre detto. Va sempre in giro in bicicletta in contromano e l’è andà ados al Leonardo, anche lui in bicicletta. Tutte e due millesimi. Ma la bicicletta del Leonardo l’è bella che andà.”
“Tutte due millesimi?”
“Eh, ‘ndreina, millesimi che non si sono fatti niente.”
“Ah, illesi.” L’Andreina era abituata agli sproloqui della Mariuccia. Illesi, pensò ma non le sigarette sotto la sella, ma tenne il pensiero dentro di sé, celandolo sotto le labbra leggermente inarcate in un sorriso. E si limitò a rispondere: “Dai, Mariuccia, l’importante è che nessuno si sia fatto male. Faccio un caffè che ti tiri su un po’, ho lì anche la torta di mele che ho fatto sta mattina.”
“No Andreina, la torta no che non va bene per il diabete, ne prendo solo una fetta. Te ringrazi. Ci manca solo che vado dal dottore perché mi si alza la leucemia.”
“Solo una fetta Mariuccia, così non vai dal dottore per la glicemia”, si trattenne l’Andreina.
Non appena il caffè fu pronto la Mariuccia annegò la rabbia nella torta e si apprestò a ricevere nuove energie per perpetrare le malelingue nei confronti della Rosetta.
Nel frattempo l’Adele era dal parrucchiere per la piega settimanale. Aveva cercato di ascoltare quanti più discorsi possibili tra le clienti, mentre dedicava parole melliflue nei confronti del figlio, descrivendone la bravura in tutti i campi.
“Il mio Luigi, sai Daniela, è proprio bravo. Va all’università e ha preso tutti trenta, ha perso un anno ma non ha indietro nessun esame. I professori gli hanno persino fatto i complimenti.”
La parrucchiera Daniela ascoltava impassibile: “Gli hanno dato una borsa di studio, allora?”
“No, Daniela, a quelli bravi non la danno la borsa. Poi sai, noi abbiamo tre case, a quelli come noi non serve, ci mancherebbe, sarei la prima io a rifiutarla. Poi il Luigi adesso ha anche la ragazza, brava anche lei, sai, figlia dell’assessore agli sport dilettantistici del comune di San Giorgio su Legnano, un pezzo grosso. Uno di quelli che conta.” Che poi pensò tra sé, nella vita va sempre bene, metti caso che serve un favore, una piccola raccomandazione, sai a chi rivolgerti. Che si sa che sei vai per la retta via i tempi sono talmente lunghi che fai in tempo a crepare, invece con una spintarella le cose vanno nella direzione giusta, senza fare torto a nessuno. “Come stanno bene insieme”, proseguì.
La Daniela sorrideva nello specchio fingendo compiacimento.
“Ma, hai sentito cosa è successo stamattina in via Venezia? La Rosetta, la maestra che lavora lì dalle suore ha fatto un incidente in bicicletta, arrivava in contromano e ha preso un altro ciclista. Fortuna che nessuno si è fatto niente, ma io dico, bella roba per una maestra, che dà il buon esempio.”
“Ah, davvero, non ho sentito niente io. Meno male che nessuno si è fatto male.”
“Sai, per strada la gente si ferma a parlare e le voci corrono veloci. Mi han detto anche che la Luigia è andata via ad abitare nella casa dei suoceri a San Paolo. Sai che i suoceri avevano quella merceria che poi ha chiuso che era lì davanti alla fontana. Andava bene, ma poi non si sa il vizio del bere e pum, ti ritrovi senza niente. Ma anche il fratello che brutta fine che ha fatto, era dell’altra sponda, non del lago, nè, ci siamo intesi? Io non giudico, dico solo quello che la gente racconta.”
La Daniela benedisse la fine della piega per non andare avanti a sentire storie di persone a lei sconosciute, con intrecci che nemmeno in una puntata del Biutiful, che le piaceva tanto, avrebbe potuto trovare.
“Per oggi abbiamo finito Adele, ti piace la piega?”
“Non solo mi piace Daniela, ma vedrai quanti complimenti che mi faranno per strada. Sai, io mi tengo bene, porto bene gli anni, me lo dicono sempre.”
L’Adele pagò alla cassa, facendo sfoggia della sua nuova borsa nera di coccodrillo e si avviò all’uscita salutando tutti indistintamente. E ora poteva dedicarsi al suo piano, nel dopopranzo non doveva esserci nessuno in giro, che i vecchi si riposano sempre. Era il momento giusto per andare a riporre le sigarette sotto il sellino della bicicletta del Leonardo. L’indomani sarebbe ritornata alla stessa ora a ricontrollare il numero di sigarette nel pacchetto. Se fossero diminuite non c’era dubbio che il pacchetto apparteneva al Leonardo. Elementare Watson.
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