Un mondo di libri:

divani in viaggio

La banda del tabacco

Capo decimo

Dallo zainetto semiaperto del bambino si intravedeva una bustina di plastica che conteneva quattro sigilli del monopolio del tabacco. Quelli che si applicano sopra ai pacchetti di sigarette.

Stravolta da quello che aveva visto, cominciò a pensare le cose più brutte. Adesso i criminali si servivano anche dei bambini per i loro scopi. Non poteva essere. Ma come avrebbe fatto a sapere la verità, avrebbe voluto dirlo a qualcuno. I genitori ne erano sicuramente implicati, figuriamoci se non sapevano cosa ci fosse nello zainetto del loro bambino. No, non poteva parlarne con loro direttamente.

E dato che i bambini di solito sono le uniche persone oneste ancora a questo mondo, avrebbe chiesto spiegazioni al piccolo Tommaso. Senza infastidirlo, glielo avrebbe chiesto con semplicità. Era la sua unica chance.

“Tommaso, guarda che cosa hai perso, è tuo?”

“Ah, sì grazie Andreina, sono i miei francobolli.”

Francobolli, come lo avevano addestrato bene, pensò l’Andreina, sempre negare l’evidenza. Il bambino aveva già imparato.

“Belli i tuoi francobolli, dove li hai comprati che li vorrei anche io?”

“Non li ho comprati me li ha dati suor Teresa, li ha trovati un giorno davanti alla scuola materna. Ha detto che erano come quei francobolli che avevano venduto un giorno e me li ha regalati.”

L’Andreina non sapeva più se credere al bambino o no. Certo che suor Teresa non vedeva bene, oltre che non sentirci per niente. Ed era anche vero che raccoglieva a fine giornata tutti gli oggetti che trovava in giro. Ma era ancora tutto così surreale, tanto da non sembrarle vero.

“Che bel regalo ti ha fatto suor Teresa. E tu li hai fatti vedere alla mamma e al papà.”

“Mi hanno detto di non dire niente…”

Ecco, ci siamo, pensò l’Andreina, una famiglia di criminali, malavitosi, mettere in mezzo un bambino così piccolo, gliela avrebbe fatta pagare cara. Non fosse vero che si chiamava Andreina.

“Si sono arrabbiati”, proseguì Tommaso, “perché quando sono tornato a casa sono andato nel negozio dei nonni e ho visto che avevano tanti francobolli uguali anche loro attaccati alle sigarette. Così li ho staccati dai pacchetti. Ma poi il nonno si è accorto e mi ha messo in castigo.”

“E cosa ne hai fatto dei francobolli che hai staccato?”, cercò di proseguire l’Andreina sempre più sbalordita.

“Il nonno non sapeva più come fare, ha detto che così non poteva più vendere le sigarette. Perché le sigarette sono come delle lettere, le lettere non si possono spedire senza francobolli e le sigarette non si possono vendere senza francobolli. Allora gli ho detto che lo aiutavo a riattaccarli. E così il nonno mi ha perdonato, e ha riattaccato tutti i francobolli sulle sigarette.”

“E questi li hai tenuti per te?”

“Sì, ma se vuoi te li regalo perché adesso non mi piacciono più i francobolli. Non mi piace andare in castigo e i francobolli sono per i grandi.”

L’Andreina pensò che sarebbe stato meglio farli sparire dalla circolazione e così accettò il regalo del bambino.

“Grazie Tommaso.”

Si sentiva sollevata, se il bambino aveva detto la verità, era stato tutto un grande equivoco. Se lo sentiva che il Leonardo non c’entrava niente in quella storia. Gli avevano semplicemente venduto le sigarette e non si era accorto di niente. Chissà come aveva fatto ad accorgersene quell’arpia dell’Adele.

Adesso doveva soltanto sperare che i sigilli rimossi non fossero molti e i pacchetti fossero già stati venduti tutti. Così l’Adele non avrebbe più avuto nessuna prova per incastrare il Leonardo.

Intanto l’Adele stava preparando i bagagli per il mare: un vestito per ogni giorno, un paio di scarpe per ogni vestito, un cappello per colore…

Il Fausto non ne poteva più, aveva accettato di accompagnarla al mare ma ogni volta che si spostavano anche solo di qualche chilometro, l’Adele si portava dietro la casa intera. E poi toccava a lui sfacchinare su e giù per le scale con i bagagli, che nell’appartamento al mare non c’era l’ascensore. Altro che lavori di restauro nel condominio, avrebbero dovuto mettere un ascensore, così lui non si sarebbe più caricato come un mulo.

L’Adele guardava dalla finestra il marito che caricava la macchina per l’indomani, era il momento buono per la sua soffiata. Alzò la cornetta del telefono: “Carabinieri di Legnano?”

La tranquillità serale della via fu spezzata dalle sirene delle volanti che arrivavano a gran velocità.

Una macchina si fermò esattamente davanti a casa del Leonardo e della Mariuccia.

L’Andreina, che stava preparando la cena, capì che l’Adele aveva deciso di giocare a carte scoperte e portare a termine la sua vendetta. C’era solo da sperare che il Leonardo avesse comprato un pacchetto con il sigillo integro.

Si affacciò alla finestra e vide il Leonardo seguito a vista da un carabiniere che reggeva una torcia ad illuminare la rastrelliera delle bici. Il carabiniere avanzò ed esaminò il pacchetto di sigarette e lo ridiede al Leonardo che lo riposizionò sotto il sellino.

Nel frattempo la gente era accorsa alle finestre a guardare. Poi di nuovo si erano sentite le sirene dell’ambulanza suonare. Tutti avevano visto l’ambulanza fermarsi dietro alla volante dei carabinieri.

Erano venuti a prendere la Mariuccia. Questa, dopo che aveva visto i carabinieri entrare in casa sua e chiedere di vedere le sigarette del Leonardo, si era sentita male. Il Leonardo fumava ancora. Battendosi il petto era svenuta ed era caduta a terra. I carabinieri spaventati avevano chiamato i soccorsi.

Da ogni finestra del condominio si potevano vedere le luci accese degli appartamenti e i vicini affacciati esclamare: “O pora dona, il marito l’ha ammazzata. Non conosci mai bene una persona, sembrava gente per bene.”

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