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divani in viaggio
V13
Bataclan, antico teatro di Parigi, 13 novembre 2015.
In questa triste data, il teatro subì, durante un concerto colmo di spettatori, un attentato terroristico da parte di una cellula dell'ISIS; le vittime furono 130.
Lo scrittore Carrère partecipa al lungo processo contro gli attentatori, che dura quasi nove mesi, e ogni giorno entra in aula per assistere alle testimonianze di feriti, parenti dei morti e imputati.
Il suo lavoro è logorante, emotivamente insostenibile. Così per il lettore non è facile assistere se pur da lontano al dolore causato a tante persone e all'orrore e alla violenza efferata che queste persone porteranno nei loro ricordi per sempre.
Ma neppur per un attimo lo scrittore si abbandona al lirismo, ci racconta invece in maniera più obiettiva possibile i fatti che avvengono all'interno dell'aula e lo stato d'animo delle persone, inserendo la sua voce in maniera accorta e senza sovrastare la narrazione.
È una storia composta da molte storie individuali ma è anche una storia collettiva, dove il dolore unisce vittime e carnefici. E per guardare avanti se mai si potrà fare, bisogna "imparare a sostituire la legge del taglione con il diritto, la vendetta con la giustizia: questo è ciò che chiamiamo civilità."
"Che cosa hanno aggiunto questi nove mesi di udienze? In realtà, ben poco: in termini di informazioni, forse il dieci, il quindici per cento. Tutto ciò che riguardava le vittime è stato immenso, immenso quello che, ascoltandole, abbiamo appreso dell’umanità."
V13 (come quel venerdì 13) di Emanuel Carrère
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