Un mondo di libri:

Bologna, qualche anno fa.

Carlo Cappai lavora all'archivio del tribunale, una vita solitaria e di dedizione al lavoro, fascicoli che conosce a memoria, che gli parlano.

Una vita con i piedi nella giustizia: il padre era magistrato, dedito alla bella vita, alle lobby massoniche, ai giri di affari e disposto a chiudere più di un occhio per salvare la faccia a qualche amico del giro.

Un tipo di giustizia che desta il disprezzo di Carlo e gli fa covare odio fino all'età adulta.

Andretti è un giornalista, si occupa di cronaca in un giornale locale e si trova ad indagare su alcuni omicidi nella sua zona.

In comune hanno la sete di giustizia, il bisogno di smascherare i colpevoli.

Manzini esplora nuovamente il tema, già fondante del personaggio di Schiavone, della giustizia umana che si scontra con la legge.

"...la giustizia interessava solo quando qualcuno veniva privato di qualche diritto, altrimenti restava un concetto e come tale accantonabile."

Una trama che si dipana bene tra presente e passato lasciandoci con il fiato sospeso fino all'ultima pagina e con un quesito in testa: è stata fatta giustizia?

Tutti i particolari in cronaca di Antonio Manzini