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divani in viaggio

                                                                                               Sulle donne

Stati Uniti, 1972-1975.

Una raccolta di saggi diversi non solo per la stesura temporale ma anche per la differenziazione culturale e di interlocutore a cui sono destinati.

Il messaggio, le idee e la lotta che la scrittrice si propone sono invece sempre gli stessi.

Sontag ha speso la sua intera vita nell'attivismo  per i diritti delle donne, sempre in prima linea in favore di esse sia come scrittrice che come cineasta e drammaturga.

Anticonformista negli anni Settanta, le sue posizioni anticipano gli sviluppi futuri della concezione della donna e rimangono purtroppo ancora traguardi da raggiungere.

I pregiudizi di secoli hanno creato una società maschilista che guarda alla donna senza rispetto, un essere vivente sottomesso, atto a generare e bello da ammirare solo nel fiore dei suoi anni.

La bellezza come mito imposto dagli uomini, che appassisce presto e che fa decadere la donna in inutilità.

"Non basta modificare le leggi che discriminano le donne in situazioni specifiche (il suffragio, la stipula di un contratti, l'accesso all'istruzione o al lavoro). Devono cambiare le forme del lavoro, le abitudini sessuali, la concezione di vita familiare; il linguaggio stesso, che si erge a brutale custode degli antichi pregiudizi contro le donne, non può restare inalterato."

Si passa poi alla critica di Leni Riefensthal, attrice e regista sotto i nazisti, a cui vengono contestati i lavori di propaganda nazista, dai quali pare nel tempo essere stata dissociata in favore di una fama in quanto tra le prime donne registe a godere di fama internazionale.

Una lotta continua, che guarda in faccia i mali e le controversie della nostra società e le condanna per il presente e il futuro.

Sulle donne di Susan Sontag  

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