Un mondo di libri:
divani in viaggio
Stella Maris
Clinica Stella Maris, Stati Uniti, 1972.
Alice Western, una ragazza di vent'anni, una matematica, si reca di sua spontanea volontà nella clinica psichiatrica di Stella Maris. Si presenta con una borsa piena di denaro, con un corpo scavato dall'anoressia, con due ricoveri alle spalle e una diagnosi di autismo, schizofrenia, tendenze al suicidio e sociopatia.
Alice si fa conoscere al lettore attraverso le sue sedute con il medico della clinica.
Intense battute, senza l'intermediazione di una parola esterna di commento dell'autore. Semplicemente dialoghi puri che ci delineano la profondità del pensiero dei personaggi spaziando dalla follia, alla tristezza, all'amore, al sarcasmo. Probabilmente le sedute non serviranno a niente, né a curare, né a comprendere la malattia ma sono dense di significato, di citazioni filosofiche e matematiche, di confessioni drammatiche sull'esistenza dell'uomo e sulla conoscenza del mondo.
“Credo che il nostro tempo sia scaduto.
Lo so. Mi tenga la mano.
Tenerle la mano?
Sì. Voglio che lo faccia.
D’accordo. Perché?
Perché è quello che fanno le persone quando aspettano la fine di qualcosa.”
L'ultimo libro dello straordinario e compianto C. McCarthy: Stella Maris
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