Un mondo di libri:

Mississippi, qualche anno fa.

"Questo libro è per gli uomini caduti sotto la falce, che sono diventati i nostri fratelli."

Jasmine Ward racconta in un libro di memorie la sua vita e la morte di cinque persone a lei care, tra cui il fratello Joshua, avvenute a distanza di pochi anni l'una dall'altra.

Raccontare è doloroso ma anche doveroso, significa lasciare in vita coloro che se ne sono andati e conferirli quel rispetto che in vita li era stato negato.

In quanto nera, la scrittrice, subisce ogni giorno discriminazioni razziste, non solo lei, ma la stessa comunità di cui fa parte, la sua famiglia, i suoi amici, la gente del quartiere.

Ci sono gli Stati Uniti dei privilegiati, e poi ci sono quelli di chi tira a campare, che non ha cure, che lavora per i bianchi, che è costretto alla delinquenza per poter guadagnare qualcosa, ed è l'incarnazione del Mississippi. Da dove Ward non può scappare, perché è la sua casa e la sua causa, nonostante tutto.

È un racconto diretto, ruvido, lasciato scabro in tutta la sua essenza, ma che contiene la dignità umana, la consapevolezza che il mondo potrebbe e dovrebbe essere giusto.

In chiusura del libro un articolo dedicato alla morte per covid del marito di Ward, una toccante testimonianza di amore, di condivisione e di nuovo di fratellanza universale.

"La maggior parte degli uomini che conoscevo, spacciatori o puritani, credevano che le loro storie fossero talmente importanti da dover essere raccontate. All'epoca ci ridevo su. Adesso che queste storie le sto scrivendo, vedo la verità di quelle richieste."

Sotto la falce di Jasmine Ward