Un mondo di libri:
divani in viaggio
Shantaram
Bombay, qualche anno fa.
Lin, come lo chiamano gli amici, è appena evaso da un carcere australiano di massima sicurezza, si è procurato un passaporto falso ed è fuggito in India, sperando che nessuno possa trovarlo.
Qui comincia una nuova vita, che lo vede imparare la lingua locale, vivere negli slum, i quartieri più poveri, innamorarsi di una ragazza, improvvisare un ambulatorio medico per indigenti, entrare nella malavita locale, farsi di eroina, stringere amicizie poco raccomandabili e arruolarsi nelle file dei combattenti islamici in Afghanistan e Pakistan.
Lin non è quello che definiremmo l'eroe classico da romanzo ma nonostante le sue scelte, che sollevano molti dubbi etici, non possiamo fare a meno di provare simpatia per quel personaggio che nutre valori di lealtà e onestà e che ci descrive con sincerità quello che accade nel suo animo.
"La mia cultura mi aveva insegnato bene le cose sbagliate... Ma l'anima non ha cultura. L'anima non ha nazione. L'anima non ha colore, accento, stile di vita. L'anima è per sempre. L'anima è una. E quando il cuore prova un momento di verità e di dolore, l'anima non sa restare immobile."
Così vediamo sfilare davanti ai nostri occhi le immagini di un'India vera, ritratta nei suoi mille volti, dai turisti che cercano la vacanza avventurosa, ai criminali e alle mafie, alle persone più indigenti, senza mai stereotiparne le categorie.
È una storia imponente e lunga ma che ci scorre davanti con estrema facilità, affascinandoci con le introspezioni dei personaggi, con le considerazioni del protagonisti, le puntuali descrizioni degli ambienti, dalle abitazioni ai paesaggi e a volte colpendoci allo stomaco con la violenza di atti criminali.
Shantaram, che significa 'uomo puro' di Gregory David Roberts
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