Un mondo di libri:

"In prigione c’è la vita com’è, fatta di dolore, ingiustizia, povertà, amore, malattia, morte, amicizia, rimpianto di una felicità e desiderio di libertà.”

Daria Bignardi ci racconta la sua esperienza a contatto con le carceri italiane, lunga trent'anni, frutto del suo interesse giornalistico, umano e personale.

Lo fa partendo da lei, raccontando le lunghe giornate dedicate non solo alla scrittura di questo libro ma anche ad incontri con carcerati, ad interviste e lettere di scambio, fino alle visite al suocero, Adriano Sofri, in cui tutta la famiglia veniva coinvolta.

Ma non ci sono solo opinioni personali sul carcere, c'è un'attenta analisi, una ricerca sul campo da cui emerge la convinzione che la prigione non sia altro che uno specchio della società.

Una società classista in cui ci sono differenze in base alle proprie disponibilità economiche, alle proprie conoscenze, al proprio genere.

Le differenze si ritrovano anche da un carcere all'altro, anche se in generale si può affermare una carenza di risorse, di spazi, di condizioni igieniche e di beni primari. E oltre alle risorse forse il carcere in sè andrebbe ripensato perché se è giusto scontare un reato, è pur giusto mantenere condizioni fisiche e mentali che garantiscano il rispetto della persona e la sua reintegrazione nella società.

Ogni prigione è un'isola di Daria Bignardi.