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                                                                     Migrazioni

Crnjanski è stato uno degli scrittori più importanti della letteratura serba del Novecento.

Egli dedicò 30 anni, dal 1929 al 1962, per scrivere il suo romanzo Migrazioni, tradotto in Italia solo alla fine degli anni '90.

È un imponente romanzo storico, che si apre con una descrizione di partenza per la guerra, che tanto ricorda Guerra e Pace di Tolstoj.

Isakovic, uno dei protagonisti, viene chiamato a combattere contro l'impero ottomano, e mentre vaga per pantani e paludi, sembra mosso tra la nostalgia di casa e la rivalsa della conquista di una vita migliore in Russia.

La terra russa viene vista come un miraggio, ultima tappa della migrazione, per lui che era serbo e combatteva di fatto una guerra per un impero a cui nemmeno apparteneva.

E mentre seguiamo Isakovic e gli altri personaggi nel loro migrare, assistiamo all'analisi psicologica di ogni carattere con una tale capacità descrittiva che ci pone davanti agli occhi i sapori e gli odori delle terre in cui la storia si svolge.

Con la sua grandissima scrittura, Crnjanski riesce a raccontarci quadri diversi tra loro, come le donne a casa che aspettano, gli amori che nascono e i campi di battaglia pieni di orrore e morte, senza alcun taglio netto nella narrazione.

Di fatto non percepiamo la patina antica, la ricostruzione storica del romanzo, ma vediamo attraverso la modernità  degli occhi dello scrittore, un migrare che è fisico ma è anche spirituale, di anime che anelano alla felicità.

Crnjanski è stato soldato sotto il dominio austro-ungarico sul fronte galiziano e fu migrante per molte città europee.

Egli lo ha capito sulla sua pelle e ce lo racconta: non esiste una terra idilliaca di partenza e nemmeno una terra di arrivo, se si vive nella consapevolezza degli eventi, la felicità è solo un miraggio.

"Ripensandovi, quello che lo aveva angosciato di più era la precarietà del destino umano, il carattere instabile della felicità. Bastava una migrazione improvvisa, una malattia in casa, un dramma famigliare, un litigio, un debito o una difficoltà finanziaria -per non parlare degli amori sfortunati- perché un uomo felice diventasse infelice, come se non avesse mai conosciuto la felicità."

Migrazioni di Milos Crnjanski. 

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