Un mondo di libri:

divani in viaggio

                                                                         L'incanto del lotto 49

California, anni '60.

Questa volta vale la pena partire dal finale del libro, dato che il finale oscuro ci farà riaprire il nostro libro dalle prime pagine, alla ricerca di un particolare risolutivo che ci siamo persi.

Ma forse quel particolare non c'è  perché abbiamo a che fare con uno scrittore eclettico, con personaggi stravaganti e con una trama che sfonda muri dentro le tranquille stanze descrittive.

Come quando dalla visione di un film da parte dei personaggi si aprono scenari massonici  e complottisti, scenari che peraltro nulla hanno a che vedere con la trama. Oppure quando uno dei personaggi si vede in TV mentre recita da bambino e racconta una storia strappalacrime alla sua cliente. Sono mondi che si aprono dentro ad altri mondi, ma che ci lasciano con una visione stordita come quando guardiamo con un occhio aperto ed uno chiuso dentro ad un caleidoscopio.

Se vi piace farvi ammaliare dalla letteratura, senza troppo seguire una trama chiara ed un finale risolutivo, allora questo libro fa per voi.

"— Io, — disse Oedipa, — ero venuta nella speranza che mi facesse uscire da una mia fantasia.

— E l'accarezzi, invece! — gridò Hilarius con slancio. — Sennò cosa vi resta, a tutti voi? La tenga stretta per il suo piccolo tentacolo, non lasci che i freudiani gliela portino via con le seduzioni, o i farmacisti con il veleno. L'abbia cara, qualunque cosa sia, perché quando la perde finirà come gli altri. Inizierà a smettere di esistere."

Thomas Phyncon, uno degli scrittori statunitensi più acclamati, esponente della letteratura postmoderna in L'incanto del lotto 49.  

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