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divani in viaggio

                                                                    L'importanza di chiamarsi Ernesto

Londra, fine del 1800.

Abbandonato in una borsa su un treno, Ernesto, o meglio Nino, o meglio davvero Ernesto, cresce nell'agiatezza adottato da un nobile e senza conoscere la sua vera identità.

Quando si innamora, e la sua bella gli dona il suo cuore solo ed esclusivamente perché ha quello stupendo nome: Ernesto, il nostro personaggio inizia ad essere nei guai.

È nei guai per due motivi: il primo perché in realtà si chiama Nino , il secondo perché non ha nessuno che garantisca per lui delle nobili origini. In aggiunta a questo disastro il suo amico Algernon si finge suo fratello e fingendo altresì di chiamarsi Ernesto, creerà una serie di equivoci degni delle migliori commedie.

Del resto siamo di fronte ad un testo teatrale.

A risolvere tutto è quella famosa borsa in cui il protagonista fu abbandonato che viene riconosciuta dalla donna che l'ha persa e conferma che il suo vero nome di battesimo è proprio Ernesto e che può vantare davvero nobili origini. Tutto è chiarito, l'amata sembra averlo perdonato messa alle strette da una verità che se pur si celava dietro a menzogne è insomma pur sempre verità.

Una feroce critica alle apparenze borghesi della società vittoriana che si fanno vanto di una sostanza che non c'è.

L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde  

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