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divani in viaggio

                                                                                      Le nuvole di Picasso

Gorizia-Venezia, anni '60 e '70.

Alberta è ancora una bambina quando con la sua famiglia si trasferisce da Venezia a Gorizia, dove il padre, Franco Basaglia, ha ricevuto l'incarico di direttore dell'ospedale psichiatrico.

Basaglia rivoluzionò con i suoi studi e i suoi metodi il modo di rapportarsi al malato psichico.

Di questo suo lavoro si respirava l'atmosfera anche in casa; una casa dove gli adulti parlavano di grandi questioni, grandi personaggi e idee senza escludere i bambini.

Questo ha fatto sì che Alberta crescesse a contatto con la realtà di persone relegate per anni in manicomio, conoscendole di persona o attraverso le cartelle cliniche, dopo che i manicomi furono chiusi. La passione per questo argomento la spinse dunque a studiare psicologia e a dedicarsi completamente al suo mestiere.

Lei che fin da piccola non vedeva bene, un difetto in alcun modo correggibile, ha sin da subito compreso come gli altri percepivano la diversità. La lotta per l'accettazione e il rispetto della diversità è stata non solo dei suoi genitori , ma anche sua, quella di una bambina che pur non vedendo bene dipingeva meravigliose nuvole, quasi come Picasso.

"La vita dei due genitori che mi erano capitati in sorte era talmente identificata nella loro scelta che tutto rientrava nello stesso calderone: l'idea era che tutti, proprio tutti - maschi, femmine, matti, malati, bambini, bambini malati - dovevano avere una possibilità per poter vivere la loro vita."

Le nuvole di Picasso di Alberta Basaglia  

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