Un mondo di libri:

Cerbère, Portogallo, un tempo vicino al nostro.

Un giorno vicino ai Pirenei orientali, senza alcun preavviso, la terra si spacca causando una vera e propria separazione tra Francia e Penisola Iberica.

Le persone si fanno prendere dal panico, come impazzite si dirigono agli aeroporti e ai porti vicini per cercare di arrivare dall'altra parte del nuovo continente, causando caos ovunque.

Chi rimane sulla nuova isola invece si troverà a vagare su una vera e propria zattera di pietra in balia delle onde dell'Oceano Atlantico.

Molte persone sono toccate da presagi e prodigi di cui non si capacitano: calzini che si trasformano in gomitoli infiniti, massi giganteschi sollevati con il minimo sforzo...

Hispania, la nuova zattera di pietra, sembra non solo ridisegnare l'assetto geopolitico ma persino i confini dell'ordine esistente.

"E sopra un cielo così grande che, per la meraviglia, c'è da chiedersi se il cielo non sia tutt'uno, certo è che ogni luogo, se non ogni persona, ha un cielo tutto suo, più grande o più piccolo, più alto o più basso, e questa è stata una grande scoperta, sissignore, il cielo come un'infinità di cupole successive e incastonate, la contraddizione nei termini è solo apparente, basta guardare."

La metafora di un viaggio alla deriva, dell'emarginazione di quegli stati che sono all'estremità dell'Europa e del viaggio umano, della ricerca, accompagnato dalla magia che tutto può cambiare.

La zattera di pietra di Josè Saramago