Un mondo di libri:

2 agosto 1980, Bologna.

Quella mattina la stazione  di Bologna, punto di snodo strategico, è affollata di gente che sta per partire per le vacanze.

Alle 10.25 scoppia un ordigno che causerà la morte di 85 persone e il ferimento di oltre 200 persone.

Prendono il via delle lunghissime indagini che terminano soltanto nel 2020.

La matrice è nera, quella dei neofascisti, ma ciò che non si comprende fin da subito, o la cui comprensione è ostacolata da illustri personaggi e dai loro amici, è che la strage è stata commissionata dagli alti gradi della P2, l'organizzazione massonica.

Questa conclusione è molto importante per comprendere quanto l'attentato, uno dei più tragici della storia italiana, non fosse organizzato da quei ragazzi dei Nar che già si erano macchiati di altri omicidi, loro erano semplicemente gli esecutori, e parliamo soprattutto di Mambro, Fioravanti, Cavallini e Bellini. I veri mandatari erano Gelli, D'Amato, Ortolani, Tedeschi con una logica della tensione che mirasse a destabilizzare il governo.

Attraverso un percorso di ricerca che si rifà agli atti processuali, senza tralasciare ogni dettaglio, raccogliendo inoltre la storia di Anna Di Vittorio e Gian Carlo Calidori, rispettivamente sorella e amico di due delle vittime, lo scrittore ricostruisce una storia spiegando non solo ogni pezzo del puzzle, ma anche il perché alcuni pezzi non combacino perfettamente ed altri siano stati definiti mancanti.

"Perché assassinare è male in sé ed è male, senza gradazioni, sia che muoia un analfabeta sia che muoia un Premio Nobel. Tuttavia sovente i registi del terrore, oltre che privare il mondo di tante vite, hanno privato l'umanità di una intelligenza in azione, hanno interrotto un discorso che avrebbe potuto arricchirci ancora. Hanno diminuito la quantità di inventiva, di scoperta, di verità, di cui il pianeta ha bisogno, tanto quanto ha bisogno d'aria."

La strage di Bologna di Paolo Morando