Un mondo di libri:

divani in viaggio

                                                                         La strada

Un luogo su questa terra, un tempo vicino al nostro.

Il racconto si apre con uno scenario postapocalittico, non sappiamo quale sia stata la causa ma nel mondo regnano morte e desolazione. Lungo la strada si incontrano roghi e cenere, le abitazioni sono state abbandonate e cadaveri mummificati sono sparsi in ogni luogo come premonimento per i pochi che sono ancora in vita.

Un padre ed un figlio, di cui non conosciamo il nome, cercano di sopravvivere recandosi a sud, in un itinerario che si sono prefissati più come obiettivo che come reale possibilità per sopravvivere.

Intorno a loro la natura è stata distrutta, trovare acqua e cibo è un'impresa di fortuna. Camminano cercando ripari casuali tra boschi, spiagge e abitazioni spingendo un carrello in cui custodiscono quel poco che riescono a trovare per i loro fabbisogni.

Non c'è nessuno ottimismo, nessun particolare che ci faccia presagire un lieto fine, ma la storia ci afferra e ci tiene con il fiato sospeso, nonostante sia solo un continuo ripetersi di dinamiche per protrarre la loro vita di qualche giorno in più.

Non  c'è neppure nessun sentimentalismo, i dialoghi sono asciutti e semplici e non solo perché ci troviamo di fronte ad un padre che parla con il proprio bambino in maniera semplice, ma anche perché quel bambino pone al padre domande precise e dirette. Sono domande impregnate di fragilità infantile, di ingenuità ma che più di qualsiasi digressione introspettiva, ci svelano i pensieri dei personaggi e li conferiscono umanità in uno scenario di sola morte.

Per il padre l'idea di sopravvivere è sempre in bilico tra la scelta del suicidio che allieverebbe ogni dolore e l'amore per il figlio che lo spinge a non arrendersi. Ed è quell'amore che con la sua fiammella illumina l'ambientazione cupa, in ogni piccolo gesto come un abbraccio che protegge dal freddo.

Un romanzo che nella sua semplicità nasconde un livello allegorico, quello di una collettività che sceglie il bene laddove vigono le regole dell'egoismo.

"Nessuna lista di cose da fare. Ogni giornata sufficiente a se stessa. Ogni ora. Non c'è un dopo. Il dopo è già qui. Tutte le cose piene di grazia e bellezza che ci portiamo nel cuore hanno un'origine comune nel dolore. Nascono dal cordoglio e dalle ceneri. Ecco, sussurrò al bambino addormentato. Io ho te."

La strada di Cormac McCarthy  

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