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La frontiera

Alessandro Leogrande è stato uno scrittore italiano, purtroppo scomparso prematuramente all'età di 40 anni.

Tra I suoi libri di inchiesta spicca La frontiera.

Questi è un libro che parla di migrazione e lo fa attraverso le storie di immigrati che egli stesso ha conosciuto, in tutto l'orrore del racconto, senza entrare nel morboso, senza cercare particolari macabri ma semplicemente la verità.

Leogrande è stato volontario in alcune associazioni e tramite queste e le sue inchieste, ha iniziato ad accostarsi alle storie degli immigrati clandestini, cercando di capire le loro origini, la storia del loro paese. D'altra parte la sua mente lucida va alla ricerca delle scelte politiche che l'Europa e l'Italia hanno affrontato in questi anni nei confronti dei migranti; dell'indifferenza delle persone, delle problematiche di ogni singola rotta da cui i migranti provengono.

Con questi criteri di ricerca e con il profondo rispetto dell'individuo, egli vuole ridare dignità ad ogni uomo.

Uomini che nella maggior parte dei casi sono cadaveri senza un nome riversi sulle spiagge, sono corpi abbandonati nel deserto, torturati e privati dei loro organi, sono scheletri in fondo al mare. Ma sono anche uomini che lavorano in un kebab, che cercano una nuova vita nel nord Europa o ripercorrono la strada all'inverso nel loro paese.

E allora la frontiera, quella del Mediterraneo di qui Leogrande parla, diventa il luogo da attraversare per cercare un futuro migliore. Noi dall'altra parte della frontiera non siamo mai stati, non abbiamo mai attraversato il mare in quelle condizioni, ma possiamo riconoscere i diritti ad ogni uomo che legittimamente chiede aiuto, invece che voltarci indifferenti.  

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