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divani in viaggio

                                                                                       Io sono leggenda

1976, Los Angeles

Quello che ci troviamo davanti è un uomo asserragliato dentro la sua villa, a quanto pare unico superstite della stirpe umana, circondato all'esterno da vampiri e uomini contaminati dai batteri dei vampiri.

Durante il giorno egli può uscire a cercare il necessario per la sopravvivenza e a sistemare il rifugio che durante la notte i vampiri assaltano.

La sua è un'esistenza solitaria, al limite della follia: che senso ha infatti continuare a sopravvivere se è il solo essere umano sulla terra, se i suoi affetti sono diventati anch'essi creature mostruose.

Un' esistenza ormai priva di sentimenti, dedita alla sopravvivenza e all'uccisione di uomini ormai infetti dal virus, nella convinzione che anche loro diventino vampiri.

"L'ignorò, cominciando a sospettare che nella sua mente si celasse un estraneo. Un tempo poteva averla chiamata coscienza. Ora era soltanto un disturbo. La morale, dopo tutto, era finita con la società. Lui era la propria etica."

E quando incontra un cane e una donna, dopo molto tempo, spera finalmente di trovare qualcuno con cui condividere la sua vita, ma anche loro si rivelano infetti. La donna poi gli è  stata mandata proprio da un gruppo di uomini contagiati che hanno scoperto una cura per poter vivere e hanno deciso di fondare una nuova comunità, liberandosi dei vampiri.

Il protagonista non ha via di scelta, fuggire da una società di vampiri per far parte di una società di infetti? Chi sarebbe ora l'uomo normale, lui unico essere umano o le nuove comunità rispetto alle quali è un estraneo?

"Ora sono io l'anomale. La normalità è un concetto di maggioranza, la norma di molti e non la norma di uno solo."

Io sono leggenda di Richard Matheson  

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