Un mondo di libri:
divani in viaggio
Il tempo delle madeleine
Alla ricerca del tempo perduto è un romanzo francese degli inizi del 900, scritto da Marcel Proust. Considerato da molti un capolavoro.
Ora, a meno che non abbiate preso un anno sabbatico, abbiate finito tutti i libri della vostra biblioteca, di quella comunale e di quella di vostra zia, non vi consiglio di leggerlo.
Un capolavoro, vero, ma le sue quasi 4000 pagine, suddivise in 7 libri, per cui ci sono voluti ben 13 anni di lavoro da parte dell'autore, non sono per niente agevoli.
Bellissima però l'idea di fondo, di raccontare una storia attraverso la memoria, quella che affiora dai ricordi antichi e quella che il presente attraverso le percezioni sensoriali riporta alla memoria. Uno degli esempi più noti del romanzo è il sapore delle madeleine, dolcetti francesi, che fanno riaffiorare vecchi ricordi.
Eccone uno stralcio:
"Una sera d’inverno, appena rincasato, mia madre accorgendosi che avevo freddo, mi propose di prendere, contro la mia abitudine, un po’ di tè. Dapprima rifiutai, poi, non so perché, mutai parere. Mandò a prendere uno di quei dolci corti e paffuti, chiamati maddalene, che sembrano lo stampo della valva scanalata di una conchiglia di San Giacomo. E poco dopo, sentendomi triste per la giornata cupa e la prospettiva di un domani doloroso, portai macchinalmente alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato inzuppare un pezzetto della maddalena. Ma appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò il mio palato, trasalii, attento al fenomeno straordinario che si svolgeva in me. Un delizioso piacere m’aveva invaso, isolato, senza nozione di causa. E subito, m’aveva reso indifferenti le vicissitudini, inoffensivi i rovesci, illusoria la brevità della vita… non mi sentivo più mediocre, contingente, mortale. Da dove m’era potuta venire quella gioia violenta ? Sentivo che era connessa col gusto del tè e della maddalena. Ma lo superava infinitamente, non doveva essere della stessa natura. Da dove veniva? Che senso aveva? Dove fermarla?"
Questa è un'esperienza comune, che credo sia capitata almeno una volta nella vita ad ognuno di noi, quando un odore o un sapore suscitano un ricordo talmente vivo che pare di riviverlo nello stesso momento in cui lo si pensa.
Ma Proust è un maestro, e invece che lasciare che quel ricordo ritorni da dove è venuto, lo raccoglie su carta. Ecco il segreto del romanzo: fermare il tempo attraverso l'arte della scrittura.
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