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                                                                          Il giorno del giudizio

Nuoro, inizi del '900.

Lo scrittore, di origini sarde, ormai anziano, ritorna nel suo paese d'origine, a Nuoro e si reca al cimitero per ricordare le storie di tutti coloro che ora non ci sono più.

"I morti sono sciolti da tutti i problemi, meno che da uno solo, quello di essere stati vivi.”

Così prende il via la storia della famiglia Sanna, famiglia di notai, dei loro figli e dei loro conoscenti.

L'autore ha la straordinaria capacità di descrivere nei dettagli la vita dei personaggi dove di fatto non c'è nulla di rilevante da raccontare. Le vite sono aride, scorrono perché è così che la natura impone ma senza uno scopo. Li vediamo come bestie che seguono i loro ritmi naturali, studiano, lavorano, ma non hanno una profondità spirituale perché non la ricercano. E il paesaggio, la città di Nuoro, la chiesa, le botteghe, tutto sembra seguire lo stesso principio. Ne emerge un quadro di desolazione profonda.

Mentre la città cambia con il progresso, i personaggi seguono a ruota i cambiamenti, come se tutto dovesse inevitabilmente accadere, rimanendo uguali a se stessi nel loro assoggettamento alla vita.

La memoria intima della storia della propria terra e di chi l'ha abitata, che attraverso uno sguardo, quasi verista, diventa la storia di tutti.


Il giorno del giudizio  di Salvatore Satta  

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