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                                                           Il compratore di anime morte

Napoli, 1859.

La storia è quella di Cirillo, un orfano divenuto scrivano per il Regno delle due Sicilie; rifiutato da tutte le famiglie in visita al convento, fino ai trent'anni, quando un principe, squattrinato scommettitore al lotto, decide di adottarlo.

Cirillo per uno caso fortuito, comprende che potrebbe arrivare ad arricchirsi acquistando da privati e poi vendendo allo stato le terre e le anime che ci lavorano, anche quelle anime morte che non sono più in vita ma che essendolo sulla carta, alzano il valore del terreno.

Così parte da Napoli alla volta della Sicilia, per vendere le anime morte al Re, proprio nei giorni dello sbarco di Garibaldi.

Il libro in questione è stato conservato per lungo tempo nell'archivio del Gabinetto Viesseux di Firenze, insieme ad altri documenti donati dalla moglie di Stefano D'Arrigo nel 2007.

Rimasto inedito fino ad ora, vede la prima edizione così come si presenta nell'originale, con pochissime correzioni.

D'Arrigo avrebbe voluto fosse una sceneggiatura cinematografica probabilmente da sottoporre all'attenzione di Luchino Visconti.

Lo scritto riprende il romanzo di Gogol', Le anime morte, e lo omaggia non solo nell'idea di fondo ma anche nel tono sarcastico. Lo sfondo è completamente nuovo, è quello di Napoli e della Sicilia nelle lotte contro la dominazione borbonica.

Sulla scia di altri scrittori italiani egli tenta la strada della narrazione storica risorgimentale portando un parallelo tra la miseria e l'oppressione del popolo siciliano sotto i Borboni, così come dell'Italia meridionale sotto il fascismo e al termine della guerra.

Il compratore di anime morte di Stefano D'Arrigo  

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