Un mondo di libri:

Libri di ricette. Chiunque ne aveva, custoditi gelosamente, nonostante tutta Italia ne possedesse uguali copie.

Poi sono arrivati i programmi di cucina per colazione, pranzo, cena ed anche lo spuntino di mezzanotte. E via alle edizioni di libri di cucina in regalo con i periodici, alle riviste di cucina, ai libri di cucina delle trasmissioni guidate da cuochi, suore, presentatrici e così via, persino i supermercati regalano riviste di ricette dei loro prodotti.

Poi largo ai tutorial, le rubriche veloci, le gare televisive su qualsiasi cosa si possa cucinare. Basta digitare la parola ricetta e sul web esce una pioggia di pagine di ricette. Bisogna riconoscere che sia pratico e veloce ed al 90% anche affidabile.

Ma i vecchi libri di cucina? Sotto strati di polvere rimangono lì, senza nuove generazioni a sostituirli. Perché ormai nessuno cerca più la ricetta classica per fare le lasagne. Bisognerà occuparsi di scriverne che contengano ingredienti vegani, esotici, tradizionali, a km 0 e che uniscano un tocco acido e salato, e naturalmente presentate con charme.

Insomma il buon vecchio Artusi è caduto in disuso. Il ricettario Artusi, uscito verso la fine del 1800, e inizialmente spedito per posta su richiesta, non era facile da reperire. Ma piano piano è  entrato nelle case degli italiani, con il suo italiano corretto ed ha contribuito a creare un codice di espressione nazionale condiviso, molto più di quanto abbia fatto Manzoni.

Ad esso dunque vanno i ringraziamenti per aver favorito una lingua nazionale unitaria oltre che ad aver dispensato precetti culinari.

L'Artusi è  stato a più riprese ristampato ma sempre rimanendo fedele all'ultima edizione del 1911.

Ancora una volta il cibo unisce tutti.