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                                                                I killer non vanno in pensione

Treviso, 2015

Un killer sotto copertura, impiegato dell'INPS e con un matrimonio ordinario, sa forse meglio di tutti che quello che è attribuito al caso in realtà è determinato da altri specifici eventi.

Si trova così a guardarsi le spalle in una storia che lo vede coinvolto in delitti in cui si imbatte quasi per caso: cani dalla testa mozzata, spogliarellisti imbalsamati, cosche calabresi, giri di prostituzione, magnati russi, finte profetesse, truffe a carico di enti pubblici.

Tutto riesce a ingarbugliarsi secondo un preciso intreccio, grazie a personaggi che si imbattono in altri e non per caso.

Ci sono forze dell'ordine, ispettori statali, familiari vendicativi che tentano di mettere ordine ma non riescono a trovare il bandolo della matassa.

C'è un narratore che con un'ironia nera ci parla di cambiamenti climatici, associazioni mafiose, oscurantismo religioso, mondo animale, disprezzo per l'onestà ed egoismo cieco.

E il garbuglio non trovo un senso finale, una soluzione, una ragione.

L'autore dichiara di aver voluto scrivere un romanzo sul prototipo del feuilleton, il romanzo che usciva a puntate sulle riviste, e questa idea la ritroviamo nella struttura del romanzo diviso come ad episodi. Ogni episodio si conclude senza soluzione, anzi aggiungendo elementi di maggiore complicanza per la trama.

Per chi ama i gialli, l'ironia tragica della realtà, i colpi di scena e soprattutto per chi non crede mai che una spiegazione banale possa sostituire la complessità della realtà.

I killer non vanno in pensione di Francesco Recami  

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