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                                                                                 I giorni di vetro

Castrocaro, seconda guerra mondiale.

Le protagoniste sono due donne, Redenta e Iris, le cui storie si intrecciano, senza che quasi si conoscano ma con l'impressione che siano legate in maniera indissolubile.

Sono due donne completamente diverse: Redenta è la sciagurata, la sopravvissuta alla poliomelite, la sciancata che non parla, la scimunita del paese dal carattere remissivo, e nonostante le ingiurie continue, in grado di scegliere il bene; Iris invece è la donna coraggiosa, attraente, capace di parlare di politica e agire nella Resistenza alla pari di un uomo.

Entrambe però sono vittime dell'amore e dei tradimenti, di una vita che chiede troppo in cambio.

Sullo sfondo della lotta tra spietati fascisti e partigiani, racchiusa nella mentalità paesana a volte gretta e violenta, al limite dell'indicibile umano, prende piede una storia di coraggio.

Il sapiente uso dell'italiano frammisto al dialetto romagnolo sostiene l'autenticità del racconto ed è in grado di restiuire uno squarcio storico pur nella veridicità delle storie ed emozioni individuali dei personaggi.

Nonostante la guerra, la campagna africana, i morti, le tragedie familiari, il sessismo, la violenza brutale, il messaggio che resta è quello che Redenta ci lascia: una sconfinata fiducia nell'essere umano.

"Le portavo fiducia e sentivo che le mie parole non scivolavano via come l'acqua fra i sassi, ma avevano una qualche importanza. E mi interessava sapere come rifletteva sulle cose del mondo, perché le rendeva più limpide."

I giorni di vetro di Nicoletta Verna  

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