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Gossip nell'antica Roma
Gli Spettegules nell' antica Roma erano all'ordine del giorno, annessi in opere di fama imperitura giunte sino ai giorni nostri. Storici, letterati, condivano le loro opere di questi episodi per narrare la storia di un grande Impero. E come spesso succede a volte i fatti narrati si avvicinavano alla leggenda, a volte si attenevano alla verità (tenendo sempre conto di simpatie e antipatie politiche). Grazie a queste opere, oltre che ad altri preziosi documenti storici quali monete, edifici, pitture, sculture, incisioni, etc...siamo in grado di ricostruire in gran parte quella che fu la realtà dell'epoca.
Solo per fare un esempio di questa cronaca d'altri tempi, osserviamo la figura di Agrippina ( 15 d. C. - 59 d. C.), ben descritta negli Annali di Tacito e nella Vita di Nerone di Svetonio (entrambi due famosi storici e letterati dell'epoca).
Costei fu la madre di Nerone, ma prima ancora fu sorella di Caligola e nipote di Claudio, entrambi imperatori. Ella si fece notare fin da subito nell'ambiente di corte per aver quasi coregnato con il fratello Caligola e averlo notevolmente influenzato, cosa che suscitò indignazione ed astio. Fatto fuori Caligola, venne eletto lo zio Claudio, sposato con Messalina e padre di Britannico. Agrippina non solo sposò lo zio in seconde nozze (dopo che anche Messalina fu giustiziata) ma fece anche assassinare Britannico e irretì a tal punto lo zio - sposo, tanto da fargli adottare il proprio figlio Nerone, avuto da un precedente matrimonio. Per il suo tanto amato figlio Nerone fece chiamare a corte, dall'esilio, un rinomato filosofo, il buon Seneca, il quale fu assunto come precettore. Dopodiché l' amabile Agrippina fece servire a Claudio un buon piatto di funghi a causa del quale l'imperatore salutò questo mondo.
Se state pensando che il peggio sia passato, vi sbagliate, è proprio ora che arriva il bello. Nerone diventò imperatore, dapprima mostrandosi favorevole all'influenza del filosofo Seneca e della madre, in seguito mostrando tutta la sua spregiudicatezza e sete di potere. Così allontanò la madre da palazzo per evitare qualsiasi tipo di ingerenza e le tolse la guardia del corpo. Quindi la invitò ad un' amabile cena durante le feste in onore della dea Minerva in Campania, a Baia. Durante il banchetto le si era mostrato premuroso, devoto, e l’aveva accompagnata fino alla carrozza in attesa fuori della villa, congedandosi poi da lei con un bacio. Agrippina salì sul battello che doveva ricondurla nella sua villa di Pozzuoli, ma durante il tragitto il pavimento ligneo della stanza dove lei riposava, in precedenza manomesso, era sprofondato. Ma la trappola aveva fallito, per caso o per un guasto del predisposto meccanismo, e Agrippina era riuscita a salvarsi a nuoto e a raggiungere la sua residenza, mandando subito a Nerone un liberto ad informarlo dell’accaduto e del modo miracoloso in cui lei era riuscita a salvarsi. Nerone passò allora alla violenza aperta: quella notte stessa incaricò dei sicari di ucciderla raggiungendola nella sua villa. Agrippina mostrò tutta la sua forza d’animo e il suo disprezzo, offrendo spontaneamente l’addome al colpo di grazia che le era stato vibrato. Leggiamo lo storico Cassio Dione: “Agrippina si strappò la veste, mostrò il ventre denudato e disse: Colpisci qui, colpisci qui, da dove Nerone è venuto al mondo”.( Storia romana, LXI, 13)
La povera Agrippina, nonostante gli eccellenti natali, la fermezza virile, la propensione al comando, l' accortezza e la lungimiranza politica, fu pur sempre una donna, che assunse l’effettivo comando dell’Impero romano dal giorno del suo matrimonio con l’Imperatore Claudio. Morto il quale perse ogni protezione. Tacito riporta le sue parole nel momento in cui Nerone si adoperò per isolarla ed umiliarla: “Fra le cose dei mortali nulla c’è di così vacillante e labile come la fama di un potere che non si fondi sulla propria forza”.
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