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divani in viaggio
E quindi uscimmo a riveder le stelle
Siamo nel XXXIV canto dell' Inferno, verso 139, la conclusione dell'intera Cantica.
Dante, accompagnato dal fedele poeta Virgilio, ha appena concluso il suo viaggio infernale, dopo aver attraversato numerosi gironi ( sì, perché secondo Dante l'inferno era un gigantesco imbuto composto da nove cerchi e collocato nella profondità della terra proprio sotto Gerusalemme) e aver visto le spaventose ed eterne pene infernali. Essi arrivano alla spiaggia dell'Antipurgatorio, finalmente sopra di loro vedono aprirsi un cielo stellato.
Il cielo stellato non è solo un luogo reale di conforto, segno che lo spazio fisico è mutato, ma è anche uno spazio che prelude alla luce del Paradiso, alla vera pace. E quando Dante arriverà in Paradiso, perdonate lo spoiler, allora vedrà da là sopra quell'aiuola che ci fa tanto feroci, cioè la terra, che da un punto di vista più alto sembra solo una insulsa aiuola.
Forse noi non avremo questo privilegio del viaggio dantesco, ma siamo stati sicuramente mossi da un nobile sentimento, almeno una volta nella vita, alzando gli occhi verso un cielo stellato. Ci siamo sentiti parte di qualcosa di grande, di accogliente, che ci facesse sentire in pace con noi stessi e con gli altri; allo stesso tempo abbiamo percepito la nostra piccolezza di fronte all'immensità dell'universo.
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