Un mondo di libri:

divani in viaggio

                                                        Donne, razza e classe

 Stati Uniti, dal carcere, 1971.

Questo non è solo un trattato scritto da una donna di colore, ma uno scritto che si assume il compito di indagare i legami tra i diritti delle donne, la società, il razzismo, l'educazione e lo schiavismo.

Negli Stati Uniti la donna nera è stata schiava, così come l'uomo, vedendosi privati di ogni diritto. Nel momento in cui la schiavitù è cessata, non solo si è trovata vittima di una società maschilista di neri che voleva rivaleggiare dei diritti negati dai bianchi, mostrando la sua autorità sulla donna tra le quattro mura, ma anche della società dei bianchi che assegnava i lavori più umili alle donne di colore.

Persino le donne bianche, che hanno votato a favore dell'abolizione della schiavitù, non vedono di buon occhio il fatto di non poter sfruttare le donne di colore nelle loro economie domestiche, pensando che per loro altri sbocchi lavorativi non siano degni.

E per una società che fa passi avanti, si vedono anche passi indietro: con l'esplosione di una violenza razzista. Le uccisioni di neri sono all'ordine del giorno e le condanne per stupri sono in stragrande maggioranza per uomini neri.

La donna è vittima di una società che non le vuole concedere un posto nel mondo, perché la vuole solo intorno ad un focolare, peraltro non considerando la cura della casa e dei figli come una lavoro, e la donna nera è vittima due volte.

"Alcune donne nascono libere, altre conquistano la propria la libertà al prezzo di insulti e lettere scarlatte. Ma con la libertà che le donne nere si ritrovano scagliata loro addosso con disprezzo, oggi comprano un'indipendenza incondizionata, anche se la pagano cara."

L' unica arma di salvezza è l'educazione, ogni ex schiavo ha la propria casa vuota di mobili e suppellettili ma colma di libri, nella speranza che la formazione scolastica lo possa salvare dal destino assegnatoli alla nascita.

Donne, razza e classe di Angela Davis  

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