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divani in viaggio

                                                        Donne di troppo

Londra, fine '800.

 “Ma sai che nel nostro paese le donne sono mezzo milione in più degli uomini?... Così tante donne di troppo… nessuno se le potrà mai prendere. I pessimisti le chiamano inutili, perse, vite sprecate. Io, ovviamente – dato che sono una di loro – la vedo in modo diverso. Io ci vedo una grande risorsa di energia.”

Così Rhoda e Mary si esprimono parlando tra loro.

Le due ragazze hanno dato vita ad un progetto, quello di creare una scuola per dattilografe  in cui le donne che partecipano hanno come obiettivo quello di emanciparsi grazie alle loro capacità ed alla loro intelligenza.

La donna infatti, secondo il loro parere, non può vivere secondo gli schemi antiquati di un tempo, ad occuparsi della casa chiusa tra quattro mura, a cercare un matrimonio per poter dare un senso alla sua vita o a svolgere professioni tipicamente relegate al genere femminile.

"Il nostro posto è il mondo dell'intelligenza, degli sforzi onesti della forza morale. I vecchi modelli di perfezione femminile non ci servono più a nulla."

E di donne che hanno accettato per comodità o per paura di vivere in antitesi al loro modello, ce ne sono tante, tra cui anche loro vecchie amiche.

Ma Rhoda insegna che nulla è perso, si può sbagliare direzione, tornare indietro e cercare una nuova strada.

Un romanzo in cui la donna ricopre un ruolo anticonvenzionale in rotta con il passato e che si allinea ad altre opere simili che cominciano a nascere sul finire dell'Ottocento in Europa.

Donne di troppo di George Gissing  

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