Un mondo di libri:
divani in viaggio
Dietro ad ogni scemo c'è un villaggio
Nel 1915 ebbe luce l'antologia di Spoon River di Edgar Lee Master.
Questa era una raccolta di poesie, in forma di epitaffio, dedicate ai personaggi del paesino immaginario di Spoon River e sepolti nel medesimo cimitero.
I personaggi parlano in maniera asciutta e si raccontano al lettore nei loro vizi e nella loro intimità, dal momento che ormai non hanno più nulla da perdere.
L' Antologia, tradotta in italiano solo nel 1943, ispirò De André nella realizzazione del suo disco "Non al denaro, non all'amore, né al cielo", pubblicato nel 1971.
Uno dei pezzi più belli è " Un matto " (Dietro ad ogni scemo c'è un villaggio), il cui protagonista è deriso e allontanato dalla comunità per la sua diversità.
Ecco qui l'originale:
FRANK DRUMMER
Out of a cell into his darkened space -
The end at twenty-five!
My tongue could not speak what stirred within me,
And the village thought me a fool.
Yet at the start there was a clear vision,
A high and urgent purpose in my soul
Which drove me on trying to memorize
The Encyclopaedia Britannica!
Ed ecco il testo di De André:
Tu prova ad avere un mondo nel cuore
E non riesci ad esprimerlo con le parole
E la luce del giorno si divide la piazza
Tra un villaggio che ride e te, lo scemo che passa
E neppure la notte ti lascia da solo
Gli altri sognan sé stessi e tu sogni di loro
E se anche tu andresti a cercare
Le parole sicure per farti ascoltare
Per stupire mezz'ora basta un libro di storia
Io cercai di imparare la Treccani a memoria
E dopo maiale, Majakovskij, malfatto
Continuarono gli altri fino a leggermi matto
E senza sapere a chi dovessi la vita
In un manicomio io l'ho restituita
Qui, sulla collina, dormo malvolentieri
Eppure c'è luce, ormai, nei miei pensieri
Qui nella penombra ora invento parole
Ma rimpiango una luce, la luce del sole
Le mie ossa regalano ancora alla vita
Le regalano ancora erba fiorita
Ma la vita è rimasta nelle voci in sordina
Di chi ha perso lo scemo e lo piange in collina
Di chi ancora bisbiglia con la stessa ironia
"Una morte pietosa lo strappò alla pazzia".
Si capisce come De André non abbia snaturato il testo ma piuttosto l'abbia attualizzato, sottolineando che il diverso è tale solo perché c'è una società omologata e codarda che lo fa sentire a quel modo. La rivincita dopo la morte è che le ossa di quel povero matto regalano ancora vita attraverso l'erba fiorita.
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