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                                                                              Contro Antigone

Dall'antichità ai giorni nostri.

Antigone, figura del mito greco, simbolo del diritto divino, assurge a emblema di esso in contrasto con il potere cieco della legge, in diverse società ed epoche fino ai giorni nostri.

Nella famosa tragedia di Sofocle, l'Antigone appunto, ella è la sorella di Polinice, il quale è morto assediando la città di Tebe. Lo zio Creonte, re legittimo di Tebe, non vuole dare la sepoltura al nipote poiché è secondo gli effetti della legge un nemico.

Antigone viola la prescrizione è tenta di seppellire lo zio, procurandosi una condanna a morte. Creonte cambia idea troppo tardi, poiché Antigone si è già tolta la vita, così come il figlio, promesso sposo della giovane, e la moglie.

Eva Cantarella cerca di capovolgere le parti, se è vero che la figura di Antigone è sempre emersa nel suo coraggio e nei suoi valori, è anche vero che l'egoismo della sua scelta ha causato non solo la sua morte ma anche quella di coloro che la circondavano.

Creonte, pentito della condanna, subisce il destino che gli dei gli hanno inflitto.

Un punto di vista rovesciato che fa riflettere sullo scontro tra diritto e legge.

Contro Antigone di Eva Cantarella  

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