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divani in viaggio

Come una rana d'inverno


Se questo è un uomo


Voi che vivete sicuri

nelle vostre tiepide case,

voi che trovate tornando a sera

il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo

che lavora nel fango

che non conosce pace

che lotta per mezzo pane

che muore per un si o per un no.

Considerate se questa è una donna,

senza capelli e senza nome

senza più forza di ricordare

vuoti gli occhi e freddo il grembo

come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:

vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

stando in casa andando per via,

coricandovi, alzandovi.

Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,

la malattia vi impedisca,

i vostri nati torcano il viso da voi.


L'immagine più significativa e che mi trafigge nel profondo è la similitudine tra la donna e la rana.

Una donna da sola, denudata, privata di tutto, del suo onore e del suo pudore, svuotata nella sua identità e della sua femminilità.

Una donna dagli occhi vuoti perché non ha più forza di combattere, di ricordare chi sia e di comprendere le atrocità che le circondano.

Come una rana dagli occhi vuoti e sporgenti.

Una donna dal grembo freddo, perché non porta più nuova vita, perché è denutrita  e quel ventre sporge come quello gonfio di una rana.

Una rana d'inverno va in letargo, vive passivamente, come quella donna.

Chi riesce a capire l'atrocità di questo paragone, comprende la ferocia insensata di quel male che non deve in nessuna forma ripetersi.

Ricordiamo anche se doloroso, ricordiamo perché è un dovere. Svegliamo le coscienze dall'indifferenza e dall'idea che ciò che succede non ci tocca. Prendiamo una posizione contro crimini, odio, e prevaricazioni.

Se non lo facciamo, non siamo brave persone, siamo complici. 

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