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                                                                                                     Coltello

Chautauqua, 12 agosto 2022.

Sul palco per parlare della salvaguardia degli scrittori da parte dei soprusi, Rushdie vede un uomo, che chiamerà A., avvicinarsi a tutta velocità per scagliarsi contro di lui e tentare di ucciderlo a coltellate.

Quindici colpi che gli costeranno quasi la vita, la recisione dei tendini della mano, la perdita totale della vista da un occhio e numerose ferite al collo, all'addome, al petto e alla coscia.

In questo libro autobiografico si rievocano coraggiosamente quei momenti e quelli a venire, della convalescenza, della ripresa e dell'immenso affetto della moglie, dei figli e degli amici che gli sono stati accanto.

Rushdie è rimasto per molti anni sotto protezione del governo britannico dal 1989, quando il governo iraniano aveva proferito sul suo capo una condanna a morte per il suo libro I versetti satanici. Da diverso tempo libero da questa scorta, l'autore si era trasferito negli Stati Uniti dove è avvenuta l'aggressione per motivi religiosi da parte di un uomo che rivendicava la sua matrice islamica.

Lo scrittore comprende che non può dedicarsi alla scrittura finché non avrà fatto i conti con questa esperienza, descrivendola in un libro.

Un libro che stupisce non solo per la resistenza fisica e morale al dolore ma anche per la coerenza delle intenzioni, quella che si è spinta e si spinge con coraggio a cercare la verità e la bellezza del mondo a discapito della propria sicurezza.

"Anche la lingua è un coltello. Può squarciare il mondo e rivelarne il significato, i meccanismi nascosti, i segreti, le verità. Può aprire un varco da una realtà a un’altra. Può smascherare le fandonie, aprire gli occhi alle persone, creare bellezza."

Coltello di Salman Rushdie  

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