Un mondo di libri:

Roma, giorni nostri.

"Siamo cateratte di parole. E ogni parola che ci affiora alla mente o alla bocca, anche quella che abbiamo deliberato con la massima attenzione, a ripensarci ci spiazza […] Un giorno sobbalziamo a vedere quella parola passarci accanto di nuovo con l'aria innocente e gli occhi al cielo, come una stella cadente. La stessa foglia in bilico sulla gobba nera della stessa cascata. Esita sul precipizio e via... Il suo scomparire è la certezza del suo riapparire."

Siamo fatti di parole, quelle studiate, quelle ascoltate, quelle conosciute per caso, quelle che rimandano ad altro in infiniti giri di pensiero, forse comprensibili solo a noi stessi.

Siamo parte di quelle parole che la nostra famiglia ha usato, errate, strampalate, inusitate, comuni, appartenenti ad un'epoca o ad uno status, le abbiamo fatte nostre senza nemmeno accorgerci, se non quando per caso fanno capolino sulle nostre labbra.

Le parole sono rapporti, idee, vissuti, gusti e finiscono per identificarci, per formarci.

In un libro in cui la prosa a volte viaggia sul filo sottile della poesia e lo scrittore lascia che il suo sé prenda piede semplicemente partendo da alcune parole.

Con libertà la parola segue i pensieri e viceversa, lasciando emergere emozioni e vissuti in tutta la loro trasparenza.

Autobiogrammatica di Tommaso Giartosio