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Atena nera
Siamo in Grecia, in quell'epoca considerata da tutti la più fiorente per gli ideali di cultura e democrazia.
La Grecia, la culla dell'umanità, definita tale da studiosi insigni, un'immagine di perfezione per la civiltà occidentale. Ma se quella Grecia che incarna la perfetta armonia nelle nostre menti, in realtà non fosse proprio l'ombelico del mondo, ma piuttosto, come tutte le civiltà, un insieme di influssi derivati dalla cultura egizia e quella semitica?
La concezione comune che abbiamo si basa su considerazioni autorevoli di numerosi studiosi ma che dobbiamo inquadrare come parte di una mentalità romantica, dove la nascita dei nazionalismi si accompagnava ad un razzismo ben diffuso, fino a promulgare la superiorità di una cultura ariana. Ecco allora che della cultura egizia si debba occupare l'egittologia senza tener conto delle numerose analogie con quella greca.
Per fare un esempio la dea Atena, il cui culto è derivato da quello egizio, non potrebbe assolutamente essere nera nel nostro immaginario. Così come il biancore puro della scultura romantica evoca la perfezione, ispirandosi ai marmi dei templi, che in realtà erano colorati.
Un immaginario stereotipato, per cui anni e anni di errate convinzioni hanno finito per cancellare volutamente le origini afro-orientali della cultura greca.
Atena Nera di Martin Bernal
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