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Agatino Catarella, di pirsona pirsonalmente

Agatino Catarella è l'onnipresente centralinista di Montalbano, fedele come un cane, colmo di venerazione per il suo commissario, esperto di informaticcia e soprattutto incline al malapropismo verbale.

Ed è proprio la commistione verbale di Catarella tra dialetto, italiano standard, errori di burocratese che crea quel comico pastiche linguistico.

Tra le sue espressioni-bandiera possiamo annoverare: «“Montalbano sono.” “Di pirsona pirsonalmente è dottori?”» «“Sì, Catarè, io di pirsona sono”»; ancora: «“Pirchì da stamatina alli sette c’è uno ca ci voli parlari pirsonalmente di pirsona della istissa ’ntifica facenna”».

« "Dottori! Stamattina tilifonò gente che addimandava di lei pirsonalmente di pirsona! I nomi ce li scrissi in questo pizzino". E gli porse un foglietto malamente strappato da un quaderno a quadretti. "E tua sorella tilifonò?" spiò, pericolosamente gentile, Montalbano. Catarella prima s'imparpagliò, poi sorrise. "Dottori, vossia vuole babbiare? Mè soro spossibilitata a tilifonare è." "E' monca?" "Nonsi, dottori, non è monaca. Non gli viene di tilifonare in quanto che non c'è, pirchì io sono figlio unico e mascolo di mè patre e di mè matre." Il commissario abbandonò la partita, sconfitto.»

Ed ogni volta che apre la porta dello studio del commissario essa sciddica.

«Si era appena assittato che la porta sbattì con violenza contro il muro. Apparse, naturalmente, Catarella. “Mi scusasse, dottori, mi scappò.”»

Se Catarella non ci fosse non varrebbe la pena di leggere le indagini del commissario Montalbano. 

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